BILANCIO ANNUALE 2013 - page 38

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RELAZIONE SULLA GESTIONE
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| BILANCIO ANNUALE 2013 | PRYSMIAN GROUP
ANDAMENTO DEI MERCATI FINANZIARI
In un contesto economico globale in graduale stabilizzazione, che ha visto nel 2013
i principali mercati azionari in generale positivi, il titolo Prysmian ha incrementato
il proprio valore di circa il 25%.
Prysmian S.p.A. è quotata alla Borsa Italiana dal 3 maggio
2007 e, da settembre 2007, è inserita nell’indice FTSE MIB,
che include le prime 40 società italiane per capitalizzazione
e liquidità del titolo. In seguito, il titolo Prysmian è entrato
a far parte anche dei principali indici mondiali e settoriali,
tra cui l’indice Morgan Stanley Capital International Index
e il Dow Jones Stoxx 600, che comprendono le maggiori
società mondiali per capitalizzazione, e il FTSE ECPI Italia SRI
Leaders, composto da un paniere selezionato di azioni italiane
che presentano caratteristiche di eccellenza in ambito sociale,
ambientale e di corporate governance (ESG).
Nel corso del 2013 l’economia mondiale ha proseguito nel
trend di rallentamento già in atto dalla seconda metà del 2011,
come conseguenza della persistente debolezza dell’area Euro
e del rallentamento sia delle economie emergenti asiatiche sia
degli Stati Uniti. Nel complesso la domanda globale nel corso
del 2013 ha registrato comunque un lieve incremento grazie
principalmente alla crescita conseguita dai paesi emergenti
che, seppur in sensibile riduzione, hanno confermato di poter
sostenere tassi di sviluppo decisamente superiori rispetto a
quelli delle economie avanzate. Negli Stati Uniti, le azioni di
consolidamento fiscale intraprese al fine di contenere i livelli
di indebitamento, hanno parzialmente limitato il trend di
ripresa economica in atto, nonostante nel corso dell’anno la
domanda privata interna si sia progressivamente rafforzata
e il tasso di disoccupazione sia diminuito. In Europa, infine, il
trend negativo di congiuntura macroeconomica, penalizzato
dalle misure per il contenimento del debito pubblico
adottate dai diversi paesi dell’area Euro e dal conseguente
inasprimento della pressione fiscale, si è gradualmente
stabilizzato nella seconda parte dell’anno. Nonostante il
parziale miglioramento della competitività e il progressivo
recupero delle esportazioni, in Europa permane una forte
debolezza strutturale nei paesi periferici, soprattutto per
quanto riguarda la mancata ripresa della domanda interna e il
continuo aumento dei tassi di disoccupazione.
A fronte, quindi, di una congiuntura economica in graduale
stabilizzazione specialmente nella seconda metà dell’anno, i
principali mercati azionari mondiali sono risultati in generale
positivi, grazie anche alle misure di sostegno al sistema
bancario intraprese dalle banche centrali, che hanno garantito
ampia liquidità mantenendo nel contempo tassi molto
contenuti; ciò ha consentito inoltre di limitare fortemente
le speculazioni in atto sulla sostenibilità del debito in alcuni
paesi dell’area Euro. Gli indici americani sono riusciti a
chiudere l’anno con segno positivo, con rialzi compresi tra
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