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RELAZIONE SULLA GESTIONE
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| BILANCIO ANNUALE 2013 | PRYSMIAN GROUP
Il 2013 è stato caratterizzato da un quadro macroeconomico
debole, facendo registrare un generale rallentamento
nella maggior parte delle economie mondiali, sia nei paesi
sviluppati sia nelle aree emergenti.
In particolare, nella prima parte dell’anno l’attività economica
ha continuato a espandersi a ritmi contenuti, proseguendo
nel trend di rallentamento iniziato nella seconda metà del
2011, frenata dalla recessione dell’Eurozona e dalla graduale
riduzione dei tassi di crescita nei Paesi emergenti e negli Stati
Uniti.
Nel secondo e nel terzo trimestre del 2013 il contesto
macroeconomico si è parzialmente stabilizzato; tuttavia,
nonostante il protrarsi di politiche monetarie espansive da
parte delle banche centrali, la crescita dell’attività economica
globale è rimasta nel complesso debole, risentendo tra l’altro
di un rallentamento dei tassi di crescita delle economie
emergenti, oltreché dell’incertezza sulle scelte immediate
di finanza pubblica negli Stati Uniti, dovute alle azioni di
consolidamento fiscale intraprese al fine di contenere i
livelli di indebitamento. Nell’ultima parte dell’anno, infine, i
rischi per l’economia mondiale si sono lievemente attenuati
a seguito delle minori incertezze relative alle decisioni del
governo americano a sostegno dei consumi privati interni,
alla progressiva contrazione del tasso di disoccupazione
negli Stati Uniti oltre che alla riduzione dei livelli di rischio
del debito pubblico nei paesi europei che ha consentito
un contenimento degli spread sui titoli di stato. Tuttavia,
nonostante una generale stabilizzazione della congiuntura
macroeconomica, la dinamica dell’economia globale è rimasta
complessivamente debole, con tassi di disoccupazione ancora
elevati in molte economie sviluppate e produzioni industriali
stagnanti o in riduzione in diversi Paesi. Nel corso dell’anno,
SCENARIO DI RIFERIMENTO
SCENARIO MACROECONOMICO
Nella seconda parte dell’anno il contesto
globale si è parzialmente stabilizzato,
anche se la crescita dell’attività economica
è rimasta nel complesso debole nonostante
il protrarsi di politiche monetarie espansive
da parte delle banche centrali. Ha influito
il rallentamento dei tassi di crescita delle
economie emergenti.
le stime di crescita del commercio internazionale per il 2013
sono state riviste gradualmente al ribasso, con un’espansione
del prodotto mondiale vista in rafforzamento più significativo
soltanto a partire dal 2014.
Complessivamente, nonostante il difficile scenario politico
e macroeconomico, la domanda globale nel corso del 2013
ha registrato comunque un incremento: il Prodotto Interno
Lordo mondiale è infatti cresciuto del +3,0%* rispetto
all’anno precedente (contro una crescita del +3,1%* e del
+3,9%* registrata rispettivamente nel 2012 e nel 2011)
trainato dalla crescita significativa, seppur in rallentamento,
conseguita dai Paesi emergenti dell’area asiatica (Cina +7,7%*,
ASEAN5 - Indonesia/ Malesia/ Filippine/ Tailandia/ Vietnam
+5,0%*). La Cina, in particolare, ha confermato un tasso di
crescita elevato (+7,7%*) e in linea con l’anno precedente ma
comunque ben lontano rispetto a quanto fatto registrare
nel recente passato (+11,2% medio annuo nel quinquennio
2006-2010), risentendo del rallentamento della domanda
globale oltre che di alcune difficoltà nel mercato interno.
Negli Stati Uniti, nonostante i segnali positivi sul lato della
domanda interna e una progressiva diminuzione del tasso
di disoccupazione, le incertezze relative al bilancio federale
e alla possibile riduzione delle azioni di stimolo monetario
hanno contribuito a un rallentamento della crescita rispetto
all’anno precedente: nel 2013, complessivamente, il PIL ha
registrato una crescita dell’1,9%*, in calo rispetto al +2,8%*
dell’anno precedente.
In Europa si è assistito, infine, ad una ulteriore lieve
riduzione dell’attività economica, sebbene nell’ultima parte
dell’anno si siano registrati i primi segnali di stabilizzazione
soprattutto in alcuni Paesi quali Germania, Francia e Regno
Unito. Il PIL dell’area Euro si è contratto del -0,4%* rispetto
al 2012 a fronte di -0,7%* registrato l’anno precedente.
Complessivamente, il trend di congiuntura negativo,
iniziato nella seconda parte del 2011, è stato ulteriormente
penalizzato dal consolidamento delle misure per il
contenimento del deficit in diversi Paesi dell’area Euro (Grecia,
Portogallo, Spagna, Italia, Francia a titolo esemplificativo),
misure incentrate sia sulla riduzione della spesa pubblica
sia sull’aumento della pressione fiscale, con un conseguente
impatto negativo sulla domanda interna e sulla fiducia dei
consumatori.
* Fonte: IMF, World Economic Outlook Update – Gennaio 2014.